Alla fine del mese di Agosto sono comparsi sulla stampa-online alcuni articoli riguardanti a protesta di circa 800 dipendenti di Google per il probabile utilizzo ostile alla popolazione civile, che Google unitamente ad Amazon starebbe inserendo nell’ambito del progetto Nimbus.
La vicenda è stata resa pubblica da Gabriel Schubiner e altri dirigenti ed impiegati del colosso informatico che hanno pubblicamente reclamato.
Secondo la stampa internazionale, che ha ripreso le dichiarazioni di Schubiner , lo stato di Israele avrebbe commissionato il progetto per un valore di 1,2 miliardi di dollari, formalmente per un utilizzo di tipo civilistico mentre per i dipendenti e funzionari di Google il progetto sarebbe sostenuto con l’intelligenza artificiale dal Cloud di Google e di Amazon e sostanzialmente avrebbe la finalità di sorvegliare parte della popolazione per mantenerne lo status di Aparthied.
Prendendo spunto da questa vicenda perchè mi sembra utile sottolineare due fenomeni che si presentano nel nostro vivere quotidiano e che temo presto finiranno per stravolgere le nostre attività professionali ed alla fine anche le nostre vite.
La digitalizzazione nelle nostre professioni e l’intelligenza artificiale.
Per quel segmento di operatori del dentale che hanno compiuto la digitalizzazione delle proprie attività i benefici in termini di profitto e di organizzazione del lavoro sono sicuramente palpabili.
Dal punto di vista della “qualità della prestazione “sembra che per una grande fetta di dentisti e odontotecnici permangano lacune o perplessità. Nel complesso lo standard di efficacia della prestazione è dato come accettabile pur riconoscendo carenze e lacune. E’ come se pur di rimanere nel mercato , di continuare ad essere competitivi per immagine, per il prezzo, per i tempi , per la specializzazione e per altre ragioni, fosse necessario minimizzare il problema.
Insomma: “digitale è bello “ e se non è bello fai finta di niente perchè è moderno.
Il problema è che con il digitale nello studio dentistico il numero dei laboratori odontotecnici in 12 anni si è dimezzato. (Sull’argomento torneremo presto)
L’intelligenza artificiale a molti pare una cosa astratta e molto distante, in realtà nella elaborazione del lavoro di alcune aziende digitali del settore essa è già parzialmente attiva.
Come sarà impiegata nella odontoiatria futura? Apprendendo e analizzando i dati di ogni singolo paziente, aggiungendo soluzioni intelligenti ai singoli piani di trattamento, analizzando i dati sempre più in profondita ivi comprese le emozioni del paziente, adattando risposte alla elaborazione degli algoritmi, raggiungerà una incredibile precisione analitica del paziente, della sua psiche e del suo modo di pensare, riallineando in continuo le conoscenze sui dati del paziente, sulla sua bocca , sulla sua salute e sui suoi denti raggiungerà una relativa staisfaction del paziente.
Già oggi tutto questo insieme di dati ,di informazioni e di elaborazioni è possibile.
Sicuramente ci sono per i dentisti molti aspetti positivi nella possibile assistenza operativa dell’intelligenza artificiale . I problemi arriveranno quando Corporate capaci di affiancare macchine in grado di operare fisicamente in modo autonomo sul paziente oppure quando le stesse Corporate decideranno di conquistare il mercato dell’assistenza odontoiatrica. Ne più ne meno come ha fatto Amazon con i prodotti di largo consumo oppure come ha fatto Google con le sue applicazioni . Sembra un sogno, speriamo non diventi un incubo.
P.s. ci torneremo...
Spero di ritornare sull argomento